House
Bøe & Møller
Åsveien 17
Stabekk
Bærum
Norway
Finished 2014
Questa probabilmente è la più articolata e complessa delle case qui mostrate di questo poliedrico e mai domo architetto norvegese. La pianta si articola in una successione continua di spazi cubici di diversa misura, altezza e condizione di luce, in un alternarsi di privatezza e apertura verso gli esterni, capace di realizzare un dedalo articolato, uno spazio di natura quasi urbana, diremmo se questa casa fosse stata realizzata in Italia. Entrando dal fronte est ci accoglie un volume con ampie porte ad intreccio ligneo (la rimessa auto) di uguale finitura rispetto al cancello su strada. Una una seduta sotto la pensilina, che poi ritroveremo in altra misura nella loggia a sud, invita chi arrivi a sedersi e sostare. Entrando in uno spazio di filtro, in cui un piccolo servizio igienico è areato da un cavedio che illumina anche lo spazio di ingresso, si entra nello spazio centrale della casa, luogo del pranzo coperto dal volume più alto, rivestito in metallo come le pensilina sopra descritte, e che si caratterizza per una inedita controsoffittatura che cattura la luce zenitale da est, scavalcando lo spessore del corpo dell’ingresso. Di qui si apre la grande vetrata che rende continuo questo interno con lo spazio del terrazzo a sud parzialmente coperto (con una copertura che ci appare come un omaggio alle pensiline di Asplund al crematorio di Stoccolma) e quindi con la natura che da questo lato degrada dolcemente. Andando verso ovest si apre lo spazio soggiorno che fiancheggia il terrazzo prima incontrato e quindi, sul fondo, un letto matrimoniale con proprio servizio e spazio studio-lavoro.
Il fronte nord vede la successione dello spazio cucina-pranzo domestico, con connesso terrazzo recintato esterno, e il “quartiere” delle camere, soggiorno e studio dei figli. Non è casuale che qui Hjeltnes usi il mattone, crudo e aspro e usato nella sua più espressiva forma, spesso posto sotto una luce resa radente dai sapienti tagli delle finestre che ne esaltano la texture superficiale. Questa è una casa urbana, un recinto abitato come fosse una successione di case e piazze. A volte il mattone si dirada nell’intreccio della sua tessitura a generare filtri parziali per logge o terrazze esterne, una delle quali sembra catturare un albero e renderlo parte fondante della vista dal divano del soggiorno proprio grazie all’uso dello schermo in mattoni tessiti che ne fa da sfondo e lo separa dal resto naturale di cui prima era parte.
Una volta di più lo stretto rapporto interno-esterno naturale costruisce l’anima di questo ennesimo raffinato lavoro di Hjeltnes che nella finitura e nel disegno dell’interno architettonico si esalta senza lasciare nulla al caso, disegnando e costruendo con semplice raffinatezza ogni elemento d’arredo, ogni minima parte che rimanda sempre, coerentemente, al tema della casa.
Nicola Flora