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House

Andresen

Øvre

Smestadvei 21B

Oslo

Norway

Finished 2013

 

Andresen_PLAN 1
house Andresen
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ANDRESEN (31)
house Andresen
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Eccoci di fronte ad una ennesima casa che nella apparente semplicità di impianto (una pianta ad “L”, con corpo lungo sull’asse nord-sud e piccolo corpo a chiudere sul lato nord, spinto verso ovest per delimitare il  giardino privato), realizza una sorprendente concatenazione di spazi, di relazioni, di uso sapiente della visione interno-esterno, e in particolare della modificazione della luce naturale in luce ambientale grazie ai tagli delle bucature, all’alternanza tra luce zenitale – radente – e luce incidente o diretta. Ecco: in ultima analisi se dovessimo definire l’architettura di Knut Hjeltnes la definiremmo l’architettura della costruzione della luce, di quella luce che solo l’architettura, con il riverbero sulle sue superfici (colorate, scabre, opache o levigate) può generare. Ecco perché la magia di questa tipologia di architetti si manifesta tutta nell’interno architettonico, luogo che assurge al ruolo di spazio interiore, luogo dell’incontro maturo e spirituale tra uomo e uomo, uomo e natura, quella natura che tutto genera e mantiene in vita, proprio a partire dalla luce del sole cui Hjeltnes rende omaggio usandola con sapienza e trasfigurandola.

Un piccolo dislivello di suolo suggerisce all’architetto la frattura del volume, individuando un doppio accesso sui lati est (esterno) ed ovest (interno, dal giardino), frattura che si dichiara nella disposizione della copertura. Il volume verso sud si solleva dal suolo generando uno spazio esterno ma coperto per riparare un’auto. Una rapida scala esterna, a est, consente l’accesso ad una parte della casa indipendente e separata, un mini appartamento con un letto, un servizio ed un monolocale per il giorno. Il resto del volume contiene uno spazio giorno che occupa il lato nord, a partire da un camino con seduta e finestra dove la luce da levante è contrappuntata dal riverbero caldo, interno, del fuoco, il cui piano è continuo con una panca muraria, e con la radente luce zenitale guidata da un lucernario, nascosto alla vista delle persone, sul muro alle spalle di chi sia seduto sulla panca stessa. Appena separato un piccolo spazio cucina si apre verso un tavolo appoggiato contro una panca muraria continua che rimarca una lunga, bassa e orizzontale finestra la quale si apre sul giardino privato interno divenendo il luogo principe della relazione tra le due parti interne della casa: il soggiorno ed il giardino. L’altro corpo a nord, disposto sulla direttrice est-ovest, consente un accesso più domestico all’area del riposo, ponendosi in diretto contatto con le due piccole camere letto e doppio studio con bagno. L’incrocio planimetrico tra i due corpi genera un taglio sul fronte nord dove due grandi finestre, non intaccando la privacy di due luoghi così particolari come le due camere da letto, consentono un diverso uso della luce naturale che si integra con la grande vetrata che apre il letto matrimoniale verso sud, rendendola idealmente continua con lo spazio soggiorno e in particolare col giardino che diviene così, per sottolineatura palese dello spazio della casa, il vero fuoco della composizione.

 

Nicola Flora

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